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Gavranovic saprà raccogliere l’eredità di Altafini, Riva e Sulser?

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L’ex attaccante della Nazionale ha esordito con la maglia del Mendrisio

da RSI.ch (Gianlunca Pusterla)

José Altafini o Mario Gavranovic? Due attaccanti, due bomber, due giocatori che hanno vestito la maglia della Nazionale. Mario quella elvetica, Altafini quella del Brasile – con cui ha vinto il Mondiale del 1958 in Svezia – ma pure quella dell’Italia. Da sabato sono accumunati da un altro aspetto: la casacca del Mendrisio.
Detto di “Mazzola” (così veniva chiamato Altafini in Brasile), ci sono stati altri grandi centravanti che hanno giocato nella squadra del Magnifico Borgo. Impossibile non citare Ferdinando Riva (per tutti Puci) e soprattutto Claudio Sulser. Insomma, il protagonista della rimonta europea ai danni della Francia è in ottima compagnia.
Sul prato del Comunale Mario Gavranovic ha mostrato il suo valore, con colpi che il pubblico non è abituato a vedere in Prima Lega. Controlli volanti, giocate di prima, aperture e pure un gol. La festa di Mario è però stata strozzata dalla bandierina del guardalinee. Chi ha sfidato il meteo per la prima partita ufficiale del Mendrisio nel 2024 ha accompagnato le gesta di “Gavra” con tanti applausi. La condizione è apparsa migliorabile, pochi scatti e pochi dribbling. L’unico l’ha regalato ai giornalisti presenti, smarcandosi dalle domande. “Non ho ancora parlato, lo farò più avanti…”. Peccato ma tant’è. Non ha invece eluso i bambini che gli hanno chiesto una foto o un autografo.
A chi li ha visti entrambi – Altafini e Gavranovic – abbiamo chiesto un verdetto. Gianni, memoria storica del Mendrisio, ricorda il “tocco” di José. “Faceva cose impossibili, difficili anche solo da immaginare. Anche Mario però si difende bene”. Dal tifoso al presidente Seba Pellegrini. “Altafini ha giocato al fianco di un certo Pelé, era un calciatore meraviglioso, anche se è arrivato qui che aveva oltrepassato la soglia dei 40 anni. Mario è più giovane e potrà dare tanto. È il nostro regalo per il centenario del Mendrisio”. E allora auguri!